Cultura e Innovazione Digitale: Esperienze a Torino

Come Cultura, Innovazione, Sostenibilità e Inclusione possono stare insieme e creare valore?

Contributo di Alberto Allegranza (Museo della Radio e della Televisione – Rai) e Carla Montuschi, promotrice del Progetto “Cultura Prescrivibile” nell’ambito della Divisione ORL della Città della Salute e della Scienza di Torino, diretta dal Prof. Roberto Albera.

Il tema è centrale all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (SDG’s) sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. L’obiettivo numero 11 dei 17 SDGs è di “Rendere le città e gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” e il sotto-obiettivo 11.7 dice “Entro il 2030, fornire l'accesso universale a spazi sicuri, inclusivi e accessibili, verdi e pubblici, in particolare per le donne ei bambini, anziani e persone con disabilità”.

Con piacere condividiamo la recente esperienza di applicazione dell’innovazione tecnologica Rai per rendere accessibile il Museo della Radio e della Televisione, situato a Torino in Via Verdi 16 all’interno del Centro di Produzione TV della Rai, diretto da Guido Rossi.

Il Museo è dedicato alla storia delle tecnologie di comunicazione: è uno spazio in cui si possono ammirare dal telegrafo alle prime radio e televisioni, dai microfoni di storiche trasmissioni Rai fino alle ultime generazioni di televisione interattiva. In questo contesto, sono stati recentemente realizzati dalla RAI dei servizi gratuiti di audioguida con QR-Code (classico, curiosità e tecnico) che sono stati progettati insieme a tre percorsi dedicati a persone con disabilità sensoriali (Impianti cocleari, Video Avatar LIS e Tattile).

I Percorsi Museali Accessibili realizzati al museo si inseriscono all’interno di un progetto più vasto di “Accessibilità degli Spazi Culturali Rai”, con l’obiettivo di esportare le soluzioni tecnologiche adottate come esempio e stimolo per gli altri luoghi di cultura sul territorio nazionale.

https://youtu.be/QVnCnaSHnCw

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Come l’innovazione e il digitale possono contribuire a rendere più accessibile e partecipato il patrimonio culturale delle istituzioni culturali

Contributo di Alessandro Bollo (Polo del 900)

Una delle finalità cardine dell’European Year of Cultural Heritage (EYCH) è stata quella di incoraggiare il maggior numero di persone a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell'Europa e rafforzare il senso di appartenenza a un comune spazio europeo. Il patrimonio deve pertanto tornare ad essere (ri)conosciuto, “letto” in un contesto in grado di evidenziarne gli elementi di continuità e di comunanza, ma anche di potenziale dissonanza e di controversia, utilizzato e sentito come proprio (e quindi curato e tutelato).

Sotto questa prospettiva può essere letta e interpretata l’esperienza di 9centRo, la piattaforma digitale dei patrimoni archivistici e librari degli istituti del Polo del ‘900.

Grazie a questo progetto archivi di diverse tipologie, che prima potevano essere raggiunti esclusivamente attraverso gli strumenti cartacei in loco o attraverso diverse banche dati non comunicanti tra loro, sono adesso accessibili online e in forma integrata a seguito di un lavoro durato più di 4 anni che ha visto i diversi sistemi convergere verso Collective Access, un unico applicativo open source di catalogazione.

Attualmente sono quasi 400mila i documenti digitalizzati e messi a disposizione dei cittadini per consultazione, studio, ricerca, approfondimento, creazione artistica, sperimentazione e la piattaforma è in continua crescita grazie all’implementazione dei materiali forniti da nuovi enti partner.

Durante l’incontro, il direttore Alessandro Bollo illustrerà il percorso di sviluppo ed evoluzione di 9centRo e le recenti sperimentazioni di Intelligenza Artificiale applicata agli archivi.

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“Archeologia Invisibile”: dialoghi interdisciplinari tra digitale e materialità.

Contributo di Enrico Ferraris, curatore al Museo Egizio dal 2013, è responsabile del programma di analisi archeometriche dei reperti della tomba intatta di Kha e Merit, denominato TT8 Project (2018-2023). Ha curato la mostra temporanea Archeologia Invisibile (attualmente in corso).

La mostra “Archeologia Invisibile” nasce dal crescente dialogo tra Scienze Storiche e Scienze Naturali (fisica, chimica, biologia) e dalle risorse offerte dall’Archeometria, ossia dall’impiego di strumenti e tecnologie di analisi d’avanguardia che rendono visibili informazioni che sono sempre state presenti nei reperti ma finora al di là della nostra possibilità di misurarle e comprenderle.  L’enorme quantità di dati, sistematicamente prodotta dai programmi di ricerca del Museo Egizio, non pone solo le basi per la nascita di una nuova generazione di oggetti digitali in grado di interrogare quelli reali, di dare loro voce e contribuire alla sopravvivenza del loro valore di testimonianza, ma stimola una nuova più ampia riflessione “post-digitale” sulle prossime sfide del Museo nel XXI secolo.